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LEGGILO IN UN LIBRO! Quando sono i libri ad offrirci le testimonianze dei familiari di persone con disabilità

Logo giornata Onu diritti persone con disabilitàIn occasione della giornata del 3 dicembre 2014, Giornata ONU dei diritti delle persone con disabilità, e nell'ambito dell'evento TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE organizzato dalla Biblioteca Berio, Amistà è lieta di presentare

 

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LEGGILO IN UN LIBRO!
Quando sono i libri ad offrirci le
testimonianze dei familiari di
persone con disabilità

Le testimonianze:

 

"Tra poco compirò tredici anni, Marie [la sorella] cinque. Marie è diventata il mio alter ego, il mio punto di riferimento, la mia complice. Impara ogni cosa a velocità vertiginosa. Si esprime a segni con un'energia incredibile per le sue manine. Parla con altrettanta facilità. ...ho bisogno di lei. Me ne servo come di un utensile, di un accessorio necessario. Il nostro è un rapporto privilegiato."

Emmanuelle Laborit, attrice
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"Da qualche parte ho letto che una delle cose che si imparano quando si è disabili è rinunciare al pudore. Non si è più assoluti padroni del proprio corpo, si ha sempre bisogno di qualcuno che ci accudisca. Lavarsi, vestirsi, andare in bagno, spostarsi, qualunque operazione, anche la più semplice, richiede l'intervento di un'altra persona. Fra tutte le realtà, questa, è la più pesante da accettare. Io sono stata fortunata: il rapporto con mio padre e
mia madre è sempre stato intimo e profondo, per cui tutto è venuto naturale. L'idea che loro si occupassero del mio corpo non mi ha mai sconvolto. Ho impiegato molto più tempo, invece, ad accettare che qualcun altro lo facesse. Un'amica o un parente o un estraneo. Un uomo. Un amante. Ho imparato con il tempo a capire che chi ti ama, chi ti vuole stare vicino, non ha problemi a gestire il tuo corpo. Tu sei nudo quanto lo è lui, nudo di frontealla propria fragilità. Che è la tua, ma è anche la sua."

Barbara Garlaschelli, scrittrice

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"Piuttosto preferisco i bambini, che al solito non risparmiano domande:
"Mamma, perché la signorina è lì dentro? Perché quella cosa fa ciuf ciuf?"
Le madri non sanno spiegare, o non vogliono, che è il rumore della corazza.
"Taci! Non si dicono queste cose!" E con lo sguardo mi chiedono di scusare il bambino, che è piccolo. Io scuso loro, che sono grandi."

Rosanna Benzi in riferimento al suo polmone di acciaio, da "Il vizio di vivere"

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"[...] C'erano però anche i giorni dello scoramento. Quando mi vidi per la prima volta allo specchio sulla sedia a
rotelle, per esempio. Pensai con sgomento che era quella ormai l'immagine stabile della mia esistenza. Oggi non
riesco a immaginarmi staccato da questo trabiccolo che in famiglia è diventato un mezzo popolare. Quando mia
figlia si ruppe una gamba, assaggiò contenta la sedia a rotelle. Il fratellino ne fu geloso: "La voglio anch'io e
quando sarò grande voglio vivere come te, sulla sedia a rotelle". Quando mia madre mi riaprì la porta di casa, il suo benvenuto fu eloquente: "Non pensare di essere diverso dai tuoi fratelli". La psicologia di un disabile ha bisogno di questo coraggio ambientale: devi confrontarti alla pari. E la società ha il dovere di metterti in condizione di farlo"."

Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico
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"La madre le disse: "Non penserai di non lavare più i piatti perché sei cieca". E poi il padre: "Lui ha creduto nel mio percorso culturale: Dovunque vuoi andare, devi arrivarci da sola, con i tuoi piedi". È stato ed è per me una fonte di fiducia e di coraggio".
[...] girando per l'Italia da Crotone a Napoli, da Città di Castello a Milano, ha imparato il braille, ha studiato materie classiche, si è tuffata nella cultura storica, ha appreso il latino e il greco, ha praticato la ginnastica artistica, ha frequentato lezioni di musica [...] La cultura è un'arma con la quale si abbatte qualsiasi barriera"

Maria Aiello, saggista
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"Essere figlia di genitori sordomuti significa avere un rapporto diverso. [...] Mio padre non poteva dire: "Adesso ti racconto la favola". Però grazie ad una grandissima mobilità visiva, riusciva a raccontare delle storie facendo facce strane e con le mani che si muovevano vorticosamente. [...] E quindi penso che abbia soltanto usato un
altro modo di raccontare che è quello che conosce lui, quello delle sue mani, quello della sua faccia. [...] Anche se nel silenzio, mi sgridavano, eccome! Essere sordi non significa certo non avere il senso della famiglia."

Giusy (figlia di genitori non udenti)

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A giorni sarà disponibile sulla stessa pagina le testimonianze in formato PDF, tutte da scaricare e leggere ogni volta che si vuole, in piena libertà!