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Amistà ad Appuntamento nel Buio, 22 novembre 2014

Locandina di Appuntamento nel BuioUna stanza al buio. Neanche la più piccola particella di luce filtra dalla porta, o da una finestra. Non riesco neppure a capire con precisione se sia presente o meno una finestra nella stanza in cui mi trovo. Solo un fruscio, una voce legge, ma cos'è?

È un passo de "Il ventre di Parigi", romanzo dello scrittore francese Émile Zola sulla vita dei bassifondi della capitale francese. Le parole mi riportano al liceo quando, ancora da studente, lo lessi tutto con piacere (a casa, sono certo, ne possiedo ancora l'edizione Einaudi, piuttosto vissuta, dopo letture e riletture). Quel passo, sì, lo conosco, è la descrizione del mercato, ma, così, al buio, acquista un valore diverso, ecco è come se lo stessi riscoprendo, ascoltando con un'attenzione diversa.

La voce della ragazza scorre, come i suoi polpastrelli sulla carta, alla ricerca di quei puntini coordinati nel foglio così da formare parole e frasi di senso compiuto. I puntini altro non sono che l'alfabeto Braille, la "scrittura" dei non vedenti, creata appositamente per essere letta e scritta con le mani. La voce della ragazza sarà una delle due "guide" di questo particolare appuntamento in cui mi trovo coinvolto.Assieme a Zola ci accompagnano i discorsi sulla disabilità, principalmente quella della vista, che vengono discussi senza pudore.

L'altra guida è un ragazzo. Anche lui è un non vedente, non dalla nascita, come nel caso precedente: dopo dodici anni di ombre, racconta cosa significa vivere sempre nel buio. Senza la vista gli altri sensi, l'olfatto e il tatto diventano tuoi alleati, i tuoi "occhi" nel mondo. La percezione di una tonalità di voce può dire molto: la sicurezza di una persona, l'età, lo stato di salute anche. La percezione di odori e profumi può indicare il luogo, come l'incenso in chiesa, permettendo di ricostruire il clima all'interno di ogni ambiente. Non è fantascienza, è la quotidianità di un non vedente, autonomo il più possibile (e pronto a chiedere quando ne ha bisogno), che vive semplicemente la sua vita. Mangia, dorme, si sposta, lavora, si diverte, si innamora, proprio come i "normodotati". Il buio lo accompagna, ma non lo sconfigge o tanto meno lo annienta.

Come ho fatto ad essere in questa situazione? Grazie alla Biblioteca Civica Berio e all'idea di Lidia Schichter, che insieme a dei ragazzi non vedenti ha ideato "Appuntamento nel buio", un incontro alla pari, in cui i "vedenti" si confrontano su un terreno comune, eliminando ogni barriera, ogni pregiudizio, con la speranza che possano finalmente trovarsi a loro agio in quel "buio"che incute tanto timore. Un'occasione stimolante, capace anche, magari, di far scoprire qualcosa di sé che ancora non si conosce e che proprio il buio aiuta ad esprimere. Un sabato pomeriggio curioso, da ripetere, sicuramente!

Amistà segnalerà attraverso i propri canali social i prossimi appuntamenti di "Appuntamenti nel buio" (perdonate la ripetizione!)

Siti:

Pagina dell'iniziativa sul Portale delle Biblioteche Civiche di Genova